"La luce ci dà la vita, emettendo biofotoni ricambiamo il dono"


Non solo la nostra specie, ma tutti gli esseri viventi, animali, piante, batteri assorbono luce e irradiano biofotoni. I biofotoni sono quanti, minuscoli concentrati di energia di luce. Hanno un ruolo decisivo in tutti i nostri processi vitali. Come direttori d'orchestra coordinano, sintonizzano, orientano le nostre funzioni fisiologiche ad altissima velocità. Oggi con il rapido progresso della tecnologia sta divenendo più facile rilevare e creare immagini di questi fotoni, nonchè decriverne la funzione. Bio-Well è parte integrante di questa ricerca, analizzando il nostro campo energetico ci aiuta a comprendere l'influenza dei biofotoni sulla nostra salute e sul nostro benessere.

"Siamo ancora sulla soglia della piena comprensione della complessa relazione tra luce e vita, ma ora possiamo dire con enfasi che il funzionamento del nostro intero metabolismo dipende dalla luce"

Fritz Albert Popp

Prospettiva Olistica

Osserviamo i biofotoni in un ottica olistica, attenti alla loro influenza sulla salute e la malattia. Sappiamo che le nostre cellule comunicano attraverso una plerora di interazioni molecolari di segnalazione e recettoriali. Nello stesso tempo ci sono evidenze scientifiche che alcune le reazioni metaboliche intracellulari, come l'attività mitocondriale, producono spontaneamente fotoni. Questa scoperta pone molti interrogativi. Attualmente i ricercatori dibattono se questi fotoni sono solo un sottoprodotto delle reazioni biochimiche dei sistemi viventi o hanno un ruolo di orientamento e controllo in tali processi. Alcuni tra essi sono dell'avviso che il loro flusso dinamico potrebbe regolare la funzione biologica e l'omeostasi del nostro organismo operando per garantire uno stato di coerenza interno.

Diagnostica

I biofotoni potrebbero essere utilizzati per diagnosticare malattie o condizioni patologiche.

Terapia

I biofotoni potrebbero essere utilizzati per trattare malattie o condizioni patologiche.

Ricerca

I biofotoni potrebbero essere utilizzati per studiare processi biologici o cellulari.

Le Cellule
e la Luce

In un organismo sano le cellule emettono oscillazioni ordinate di luce, al contrario le cellule deboli o malate producono oscillazioni caotiche di luce. Tali oscillazioni disarmoniche di luce trasmettono informazioni disfunzionali all’organismo e interferendo con i suoi normali processi metabolici possono ammalarlo. Pertanto un’alterazione delle linee di comunicazione biofotoniche può essere considerato il preludio vibrazionale alle manifestazioni chimico biologiche di ogni malattia.

L’ emissione spontanea di biofotoni da parte dell’ organismo è secondo Fritz Albert Popp un fenomeno biologico quantistico con carattere bio-informativo diverso dall’emissione non coerente di fotoni causata dalla rottura e ricomposizione metabolica di llegami molecolari. I biofotoni rapresentano l’emissione permanente (1-100 fotoni/sec/cm2) di fotoni coerenti. Essi sono portatori di una miriade d’informazioni coordinate dal nostro DNA che fungerebbe d’antenna ricevente ed emittente.

Sebbene le richerche in questo campo siano promettenti, il numero estremamente basso di fotoni generati rende il loro studio particolarmente difficile e permangono limitazioni e quesiti che debbono essere ancora ben puntualizzati.

Il Biocampo

Il Biocampo è il campo energetico dell’organismo, l’energia offerta dai campi elettromagnetici è la nostra energia basilare. Possiamo immaginare il Biocampo come un ombrello che si protegge e ci permette di e di evolvere.Il Biocampo è un’organizzazione complessa di forze energetiche sottili che mantiene e regola il delicato equilibrio di un organismo . Può essere un canale per il trasferimento d’informazioni come d’energia (Rubik, 2015).

La medicina, le neuroscienze e la fisica s’intersecano per aiutare i processi di guarigione

La complessità del benessere umano richiede sempre con maggiore forza l’azione congiunta di un ampio spettro di pratiche e di teorie alla ricerca dei correlati bioelettrochimici di guarigione.

Emissione dei fotoni ultradeboli  (Ultraweak Photon Emission-UPE)

L’emissione dei fotoni ultra-deboli (UPE) è generata spontaneamente in tutti i sistemi viventi, senza necessità di una eccitazione. Vengono generati come sottoprodotti del metabolismo cellulare, distinti da altri processi di emissione della luce come la luminescenza ritardata,la bioluminescenza e la chemiluminescenza. I biofotoni sono una produzione endogena di un flusso molto piccolo fi fotoni, dell’ordine di 100 ph/sec, nell’intervallo di energia visbile caratteristico degli organismi viventi. L’UPE esterno è dovuto principalmente alle cellule della pelle ed è influenzato da fattori esterni come l’esposizione ai raggi UV, ma anche da fattori interni, tra cui le malattie. E’ stato dimostrato che alcuni stati mentali/emozionali influenzano la loro intensità.

Stress Ossidativo e UPE

L’ analisi spettrale di UPE umana ha suggerito che l’emissione ultra-debole è probabilmente, almeno in parte, un riflesso delle reazioni dei radicali liberi. In un sistema vivente i processi ossidativi producono energia decomponendo biomolecole. Si determina così un flusso di elettroni con emissione di fotoni. Questo fenomeno differisce con altri processi di emissione che possono verificarsi negli organi viventi come il noto sistema luminescente Luciferina-Luciferasi, tipico per esempio delle lucciole.

Relazione tra UPE e malattie

Esiste un crescente interesse per l’analisi dei biofotoni umani in relazione agli stati interni, in particolare alle malattie e al oro possibile utilizzo come strumenti diagnostici. L’energia per questa luminescenza viene prodotta quando una molecola biologica eccitata scende ad uno stato d’energia inferiore, e la maggiorparte delle molecole biologiche eccitate sono specie reattive dell’ossigeno (ROS).Esiste un legame intrinseco tra la produzione di ROS e rilascio di biofotoni, pertanto un monitoraggio deel’UPE negli organismi viventi rappresenta un metodo non invasivo in tempo reale per la diagnosi precoce delle malattie che si accompagnano ad una produzione disregolata di ROS. E’ importante sottolineare chel’incremento dell’ UPE che accompagna l’aumento dello stress ossidativo e dei ROS e stato dimostrato in diverse condizioni cliniche come la leucemia mieloide acuta (Burgos,2018) e le malattie cardiovascolari (Rizzo, 2016).L’analisi quantitativa dell’UPE è già utilizzata per testare le terapie antiossidanti (Ou-Yang, 2014). Se il ruolo dell’UPE all’interno dell’organismo appare ancora poco studiato ,fin da ora è possibile intravedere le influenze che essi hanno sulle vie di segnalazione cellulare e sui risvolti diagnostici – terapeutici che queste scoperte possono determinare. .

Che significato possiamo attribuire alla variazione di emissione di biofotoni?

Nonostante la ricchezza di risultati sperimentali, la questione su come i biofotoni, siano coinvolti nei processi vitali non ancora del tutto chiarita. Le linee di ricerca più interessanti sono correlate al loro ruolo nella comunicazione cellulare, nella regolazione metabolica , come pure nell’espressione dello stato di salute generale. E’ stata dimostrata una relazione diretta tra emissione di biofotoni e produzione di radicali liberi. Sappiamo che negli organismi sani la concentrazione di radicali liberi dell’ossigeno (ROS) , essenziali mediatori dei processi di produzione d’energia, è mantenuta molto bassa dai sistemi antiossidanti dell’organismo (enzimi come la superossido dismutasi e la catalasi, o dalla vitamina C e E), quando questo effetto di bilanciamento è efficace è stata riscontrata nell’organismo un’intensità di luminescenza dei biofotoni estremamente bassa. Parimenti in una situazione di stress ambientale e/o emozionale,i nsieme all’ aumento dei ROS è stata evidenziato incremento della loro emissione . Inoltre la malattia potrebbe produrre una perdita della coerenza interna tra i sistemi che regolano l’organismo con alterazione della comunicazione interna cellulare, aumento dell’entropia e dispersione di luce. Si suppone anche che un eccessiva coerenza potrebbe produrre una rigidità del sistema e una conseguente scarsa adattabilità. Pertanto si pensa che le differenze dell’emissione spontanea dei biofotoni ultradeboli potrebbero essere utilizzate per valutare l’invecchiamento e lo stato di malattia degli esseri umani. La terapia del Biocampo tenderebbe a manipolare questo quadro emissivo per influenzare positivamente i processi anti aging e di guarigione.

La comunicazione cellulari

Un sistema coerente di relazioni

La biochimica moderna indica nelle interazioni chimiche lo strumento principale della comunicazione tra le cellule. Una complessa rete di comunicazione tra cellule coordina la crescita, il differenziamento e il metabolismo in tutti gli organismi pluricellulari.
La biochimica indica due tipologie di comunicazione intercellulare , una diretta attraverso giunzioni comunicanti e una che si attua tramite messaggeri chimici intercellulari. Tuttavia l’analisi delle reti di segnalazione cellulare richiede una combinazione di approcci sperimentali e teorici. La comunicazione tra cellule e la sua influenza sullo sviluppo sono generalmente ritenute il risultato di gradienti dipendenti dalla concentrazione di molecole biochimiche .Tuttavia oltre ai gradienti biochimici ci sono anche gradienti di informazioni che possono essere coresponsabili dei molteplici processi metabolici organici.
Il primo ha postulare l’esistenza di una possibile comunicazione cellulare non chimica, ma elettromagnetica fu lo scienziato russo Alexander G. Gurwitsch nel 1923. D’altra parte le interazioni dei campi elettromagnetici con i sistemi biologici vengono sfruttate da lungo tempo in ambito clinico e biomedicale. Potremmo supporre che i nostri organi obbediscano alle variazione del campo magnetico in cui siamo immersi, e che il nostro corpo sia un insieme di circuiti risonanti in grado di produrre un flusso d’informazioni verso l’esterno e riceverne a informazioni dall’interno. Di fatto il corpo può essere paragonato ad un sistema cibernetico, in cui i sistemi e le funzioni raggiungono un alto grado di coerenza, di ordine e di integrazione al fine di controllare al meglio ogni attività vitale. La scoperta dei biofotoni si deve al fisico Fritz Albert Popp (1984) che attraverso le sue ricerche si era convinto del ruolo centrale dell”energia elettromagnetica nel governo dei processi biologici. Accanto ad sistema di comunicazione chimica ci deve essere dell’altro. Popp propose che i biofotoni fossero prodotti in quello che chiamò un campo coerente dove tutte le strutture dell’organismo operano in modalità collaborativa per ottimizzare tutti i processi vitali. Si potrebbe sostenere che qualsiasi molecola biologica in grado di assorbire un fotone altererà la struttura o il percorso che la caratterizza.

La Fisica classica e la quantistica sono conciliabili?

Il problema della conciliazione tra la fisica classica e la fisica quantistica sorge perchè le due teorie sembrano essere in conflitto.Sono entrambe eccezionali strumenti di comprensione della realtà ma ognuna sembra soddisfare solo suoi ambiti specifici. La fisica classica descrive il comportamento degli oggetti macroscopici come noi la possiamo percepire attraverso i nostri sensi ed è determinista, segue il principio di causa ed effetto. e della continuità.La fisica quantistica illustra il comportamento della materia  quando l’osserviamo su scala atomica o subatomica. Nel modo dei quanti spazio e tempo non sono continui, secondo il principio di indeterminazione i fotoni sono descritti da una funzione d’onda ed hanno una distribuzione probabilistica. In fisica quantistica un oggetto può trovarsi in una sovrapposizione di stato come quello di onda o di particella. Nel mondo subatomico c’è sempre una quota d’incertezza che non possiamo eliminare tra la quantità di moto e la posizione di una particella. La fisica quantistica predice fenomeni come la sovrapposizione e l’entaglement (la connessione tra due particelle), che non sono osservabili su scale macroscopiche, mentre la fisica classica non riesce a spiegare fenomeni come la quantizzazione dell’energia e la natura ondulatoria della materia. Sappiamo che molti processi biologici conosciuti, che hanno alla loro base la trasformazione dell’energia, sono di natura quantistica. La fotosintesi clorofilliana ne è un esempio, essa viene alimentata dalla più piccola quantità d’energia possibile: quella di un fotone, il singolo quanto di luce visibile. Emesso dal Sole il fotone dopo un viaggio di miliardi di chilometri si scontra con un elettrone di una foglia di una pianta e rilascia energia che verrà trasformata in energia chimica con una rapidità ed una efficienza non spiegabile dalla fisica classica, tanto da far presupporre che tali organismi vegetali abbiano sviluppato strategie quanto-meccaniche per migliori fini evolutivi. L’incontro tra Fisica classica e quantistica appare ancor oggi controverso, ma pur tuttavia inevitabile per una descrizione unitaria della realtà. In questa direzione si sono fatti molti progressi e la descrizione coerente della materia e dell’energia in tutte le scale appare più vicina.

Fotoni e Elettroni

Differenze

Hanno delle caratteristiche molto differenti. Tecnicamente, gli elettroni sono lettoni, mentre i fotoni sono bosoni. In linea di massima, i lettoni ricevono energia o la perdono, mentre i bosoni la veicolano nello spazio.

Un elettrone ha massa, carica elettrica (diverse da zero), non può MAI muoversi, nel vuoto, alla velocità della luce

I fotoni sono particelle elementari che compongono la luce e tutte le altre forme di radiazione elettromagnetica. Il fotone o quanto di energia, è una particella che che costituisce un’onda elettromagnetica  Non ha massa e si muove alla velocità della luce nel vuoto.I fotoni sono le “particelle” di luce che possiedono un’energia E che dipende dalla frequenza ν in base alla relazione di Plank: E = hν. Appartengono alla categoria dei bosoni (le particelle con spin intero), hanno massa nulla e spin 1.Tutte le particelle, tranne i fotoni, interagiscono con il campo di Higgs, che conferisce a ogni particella la massa che ha. I fotoni non interagiscono,, quindi non rallentano e non gli viene conferita massa. Si può pensare al campo di Higgs come a della marmellata. Le particelle interagiscono con la marmellata, restano invischiate e rallentano. Il fotone è troppo piccolo e passa indenne.Il fotone, nell’ipotesi quantistica, possiede un energia direttamente proporzionale alla sua frequenza E=hf con h uguale alla costante di Plank. La massa a riposo dell’elettrone è uguale a 0,511 Mev. I fotoni associati alle lunghezze d’onda più ampie avranno meno energia, al contrario i fotoni con alte frequenze, quindi lunghezze d’onda inferiori, ad esempio i raggi X, saranno molto più energetici degli elettroni.

Similitudini


Fotoni ed elettroni sono entrambi particelle elementari. Obbediscono entrambi ai principii fondamentali della meccanica quantistica (dualismo onda-corpuscolo, relazioni di indeterminazione)

Interazioni

 Un elettrone acquista energia (elettromagnetica) quando assorbe fotoni e, viceversa, ne emette quando perde energia.Quando un elettrone viene colpito dalla luce, assorbe energia dei fotoni particelle elementari che sono la minima quantità di energia elettromagnetica coinvolta in un’interazione (ossia un quanto).
Questo fenomeno si chiama transizione elettronica e, quando accade, gli elettroni si spostano da una regione di una molecola a un’altra.

Campi di applicazione dei Fotoni


Comunicazioni: I fotoni vengono utilizzati per trasmettere informazioni attraverso fibre ottiche e reti wireless.
Medicina: La fotonica sta apportando grandi innovazioni in medicina sia in ambito diagnostico che terapeutico.La fotonica medica è una scienza che studia la propagazione della luce  nel corpo umano che essendo translucido non blocca ne riflette la luce, pertanto lo attraversa e permette di esplorarlo e di coglierne la composizione chimica attraverso l’analisi delle proprietà ottiche dei tessuti biologici può generare immagini tridimensionali (Tomografia Ottica Coerente). Mentre grazie alla fototerapia e alla fotodinamica è possibile distruggere cellule neoplastiche o attivare farmaci sensibili alla luce. Inoltre il trasporto di fotoni, essendo privi di massa rispetto agli elettroni, non comporta dispersione di calore.
Energia solare: I fotoni vengono utilizzati per convertire l’energia solare in energia elettrica.
Ricerca scientifica: I fotoni vengono utilizzati in una varietà di esperimenti scientifici, come lo studio della struttura della materia e dell’universo.

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Raffaele D’Alterio

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